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Acciaierie d’Italia: Fiom, gravi dimissioni Mapelli, segnale di instabilità

by Fiom Taranto

“Intanto si rinviano le scelte. Intervenga Draghi. Le dimissioni di Carlo Mapelli dal consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia sono una pessima notizia. Dicono non solo dell’incertezza e dell’instabilità negli assetti societari (Mapelli è il terzo membro del cda a dimettersi) ma anche di una condizione insostenibile nella direzione e nella gestione aziendale”. Lo dichiara in una nota Gianni Venturi, coordinatore nazionale della Siderurgia per la Fiom-Cgil.

“Tutto ciò – osserva Venturi – mentre si rinviano le scelte al 2023, con la spada di Damocle della possibile confisca degli impianti. La sensazione è di una crescente instabilità e ingovernabilità: esattamente il contrario di ciò di cui ci sarebbe bisogno. Il Governo, il presidente Draghi, non possono non intervenire”.

Ex Ilva: De Palma, Mise non vuole decidere ed è un danno. Convochi le parti, non si può aspettare fine campagna elettorale.

Sull’Ilva “ci sono stati degli incontri al ministero dello Sviluppo Economico, ma si capisce che si decide di non decidere. Il ministero dovrebbe discutere con le organizzazioni sociali di un piano, ma invece prende tempo. Capisco che, dovendo fare la campagna elettorale, questo lo mette al riparo dalle polemiche, in quanto, se non decide non c’è polemica. Il problema è che non possiamo aspettare la fine della campagna elettorale per sapere che fine fa l’Ilva”.

A dirlo è il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, a margine del convegno la “Trasformazione del settore della mobilità”, a Milano. “Decidere di non decidere è un danno dal punto di vista ambientale, occupazionale e industriale”, aggiunge De Palma, che affonda: “non si può più giocare a carte coperte sulla vita dei cittadini di Taranto e sui lavoratori della fabbrica”. Per cui, “il Governo deve fare il Governo e convocare le parti”.

Per il leader dei metalmeccanici della Cgil, “le cose non stanno andando avanti nella direzione giusta sull’Ilva, perché andiamo avanti in una condizione straordinaria e di emergenza continua. La straordinarietà a un certo punto si deve chiudere con un piano e con qualcuno che si assume la responsabilità, visto che c’è la partecipazione pubblica dentro”.

Fonti: (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – (ANSA)

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