Home Acciaierie d'Italia Cosa serve davvero agli impiegati di Acciaierie d’Italia: le proposte della Fiom

Cosa serve davvero agli impiegati di Acciaierie d’Italia: le proposte della Fiom

by Fiom Taranto

Lettera aperta agli impiegati dello stabilimento di Acciaierie d’Italia

Prima ancora di chiedervi il consenso in questa nuova tornata elettorale per il rinnovo delle RSU, viene spontaneo chiedersi, alla luce di tutto quello che è accaduto e continua ad accadere riguardo l’annosa e complessa gestione della nostra vertenza, quale sia davvero il sentiment e la posizione dei preposti rispetto all’azione e alla lotta sindacale.

È innegabile, per quanto assurdo, che ancora oggi non ci sia l’unità reale, fra tutti i lavoratori, nella rivendicazione dei propri diritti, che in questa fase più che mai, sono stati elusi e annullati da anni di gestioni-amministrazioni-politiche ambigue e mai concrete e definitive della nostra azienda.

Sembra quasi che la sensazione, o forse meglio, l’illusione di sentirsi “parte aziendale”, come accadeva sotto la gestione di chi ha causato il caso ILVA, sia ancora viva nella mente di chi, avendo un ruolo o una mansione di responsabilità, pensa di non essere la controparte o di non dover schierarsi in questa vertenza, una delle più complesse e fondamentali per i nostri destini e del nostro paese.

Far fronte alle difficoltà quotidiane

Ci domandiamo cosa altro deve accadere ancora per suscitare la volontà di opporsi a questa contingenza: impianti al limite delle manutenzioni, mancanza materie prime e fermate ad horas, difficoltà e ambiguità nella gestione del personale in cassa, indisponibilità di D.P.I. e servizi/attrezzature per garantire il corretto svolgimento delle normali attività lavorative… fino a vedere le proprie squadre fermarsi perché manca la carta per asciugarsi le mani e dover chiedere “prestiti” di qualsiasi genere ad altri reparti per terminare la giornata o il turno di lavoro.

È quotidiana l’ansia di aver a che fare con problematiche che minano la normale gestione dei reparti o – peggio – che mettano a rischio la sicurezza dei lavoratori.

L’azienda, come ovvio, rammenta e rivendica il necessario rapporto di fiducia, affinché ci sia continuità del rapporto lavorativo, ma questa fiducia, allo stato dei fatti, pare sia messa in discussione proprio dalla stessa gestione dello stabilimento.

Pretendere insieme il riconoscimento del proprio lavoro

Per queste ed altre ragioni, gli obblighi delle figure preposte non possono e non devono essere solo quelli nei confronti della produzione, la responsabilità sta anche, e soprattutto ora, nel dover pretendere a gran voce dignità per quello che costantemente si è messo a disposizione per mandare avanti lo stabilimento, ossia l’impegno e la dedizione al lavoro.

Da sempre abbiamo sostenuto che occorre rivendicare per i preposti, al pari di tutti i lavoratori, aspetti contrattuali lasciati al libero arbitrio aziendale, ma per farlo bisogna misurarsi e confrontarsi con chi ha il potere decisionale e da soli questo non è possibile; avere la forza di contrattare le proprie necessità e condizioni deve essere prerogativa di un gruppo, di unione di intenti, e non del singolo!

Questo è il solo spirito in cui crediamo come impiegati della Fiom e a cui facciamo appello, perché chiedere un voto potrebbe non aver alcun senso se poi non si ha seguito nelle azioni che danno forza e che si tramutino in rappresentanza e rappresentatività.

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