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Un licenziamento illegittimo e punitivo

by Fiom Taranto

Nei giorni scorsi la Fiom Cgil, prima dell’interruzione del rapporto di lavoro di un capo turno del TNA/1, ha curato la pratica con riferimento alla giustifica, in merito alla contestazione disciplinare e, alla successiva, impugnativa al licenziamento.

La Fiom Cgil ha seguito il lavoratore con il massimo della discrezione, così come richiesto da Francesco, per evitare che, nella fase in cui risultava sospeso, potessero esserci inutili e dannose strumentalizzazioni che avrebbero potuto danneggiarlo.

Il licenziamento per un post pubblicato su facebook, durante la fase più critica per il contagio da COVID-19, lo riteniamo un atto punitivo per il lavoratore e soprattutto un messaggio indirizzato a tutti i dipendenti di Arcelor Mittal.  Infatti, il 10 marzo 2020, il giorno dopo il primo DPCM sulle misure restrittive per il contenimento da Covid 19, l’azienda era sprovvista di mascherine per tutti i lavoratori e non garantiva il distanziamento sociale, soprattutto negli spogliatoi, nelle mense e nei bus per il trasporto dei dipendenti.
Pertanto, come Fiom unitamente alla Uilm, avevamo indetto uno sciopero per far introdurre alla multinazionale misure più restrittive e soprattutto necessarie al contenimento da Sars Cov-2. Soltanto il 16 marzo le organizzazioni sindacali sono riuscite a trovare un punto di accordo con Arcelor Mittal che ha, finalmente, migliorato le condizioni di sicurezza all’interno dello stabilimento siderurgico.

Di fronte ad un atto intimidatorio e ad un licenziamento illegittimo, purtroppo si aggiunge ad altri casi, non si può arretrare di un millimetro e come FIOM difenderemo il lavoratore nelle aule di tribunale provando a sovvertire quanto fatto dall’azienda.
Arcelor Mittal non può pensare di reprimere il dissenso o la critica con il licenziamento e come Fiom saremo in prima linea a tutela dei diritti dei lavoratori contro una multinazionale che, ancora una volta, ha mostrato il suo vero volto: quello inumano.

Fiom Cgil Taranto 

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