Home ArcelorMittal No a sospensione cautelativa. La città attende riconversione ambientale

No a sospensione cautelativa. La città attende riconversione ambientale

by Fiom Taranto

Ha davvero dell’incredibile quanto accaduto in questi giorni ad alcuni lavoratori dello stabilimento siderurgico di Taranto, i quali si sono visti recapitare una raccomandata da parte di Arcelor Mittal con all’interno una contestazione disciplinare.

Infatti, l’azienda ha contestato ai lavoratori l’invito, citando testualmente il post condiviso sui social, a guardare la mini serie “Svegliati Amore mio” sostenendo che gli stessi avrebbero utilizzato espressioni gravemente lesive dell’immagine e della reputazione aziendale.

Come se l’immagine e la reputazione aziendale non fossero già fortemente compromessi da una cattiva gestione aziendale che ha generato fratture insanabili con la città, con i lavoratori di Arcelor Mittal e del mondo dell’appalto.

Basti pensare a quanto accaduto durante la gestione dell’Amministratore Delegato Morselli che non si è risparmiata a creare e diffondere tensioni tra i lavoratori, utilizzandoli come arma di ricatto nei confronti del governo affinché Invitalia procedesse a dare seguito all’accordo del 10 dicembre sottoscrivendo e versando un aumento di capitale di euro 400 milioni di euro.

Qualcuno ha mai chiesto ai lavoratori ex Ilva qual è il proprio stato d’animo? Come hanno vissuto questi lunghi 9 anni? Dal sequestro preventivo degli impianti del 26 luglio 2012, ai 13 decreti salva Ilva, alla sentenza della corte costituzionale del 2013, ai continui rinvii del piano ambientale e al mancato rispetto dell’accordo ministeriale del 6 settembre 2018 sembra di ritornare sempre alla casella di ripartenza come nel gioco dell’oca.

Il tempo passa inesorabilmente, in un clima di incertezza per il futuro di migliaia di lavoratori e di una città stanca di attendere un serio piano di riconversione ambientale che possa traguardare obiettivi chiari e concreti per superare le difficoltà che il territorio ionico porta con sé da molti anni.

Pertanto, l’invito che rivolgiamo all’amministratore delegato è quello di ascoltare quei lavoratori per comprendere lo stato d’animo di chi vive la fabbrica e soprattutto dell’incertezza di un futuro che dia risposte sia dal punto di vista occupazionale che ambientale per la città di Taranto.
L’ascolto e la partecipazione devono prevalere alle forme di repressione, soprattutto se si vuole gestire uno stabilimento di una complessità unica.

Infine chiediamo al governo di intervenire con misure e risorse straordinarie, a partire dall’inevitabile intervento pubblico per cambiare finalmente passo e avviare una transizione ecologica che tenga insieme ambiente, salute e lavoro.

Taranto 3 aprile ’21

Segretario provinciale Fiom Cgil Taranto
Romano Giuseppe

RR.SS.UU. Fiom CGIL – Arcelor Mittal

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