Home Acciaierie d'Italia Acciaierie d’Italia annuncia CIGS, confusione sulle prospettive. Ma il Governo dov’è?

Acciaierie d’Italia annuncia CIGS, confusione sulle prospettive. Ma il Governo dov’è?

by Fiom Taranto

La vertenza ex Ilva continua ad avere molte incognite e la totale assenza del governo genera ulteriore confusione sia in merito alla prospettiva industriale e ambientale che per quanto riguarda il piano occupazionale.

Infatti, in merito all’utilizzo degli ammortizzatori sociali in data 21 febbraio ’22, Acciaierie d’Italia ha annullato la procedura di CIGO di 26 settimane trasformandola, in maniera retroattiva, in cassa Ordinaria con causale Covid 19, utilizzando il D.L. 4/2022, per il periodo compreso tra il 27 settembre 2021 e il 26 marzo 2022.

Inoltre, l’azienda ha precisato che INPS ha richiesto, a seguito delle istruzioni contenute nel messaggio dell’ente previdenziale n. 816 del 18 febbraio u.s., la necessità di effettuare un mutamento della causale di intervento della Cassa Integrazione Guadagni.

Al termine della cassa integrazione ordinaria con causale Covid 19, prevista per il 26 marzo, l’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali che avvierà una procedura di cassa integrazione straordinaria, avviandola 25 giorni prima della scadenza dell’ammortizzatore sociale attualmente in corso. Pertanto, lo stesso avvio della procedura di cassa integrazione avverrà entro e non oltre il 1 marzo 2022 e sarà presentata ai RSU e successivamente discussa in sede ministeriale in quanto riguarderà tutti gli stabilimenti di tutto il gruppo di Acciaierie d’Italia.

È del tutto evidente che l’assenza di una regia da parte del Governo generi una confusione tra i lavoratori che attendono ormai da tempo una chiarezza in merito al futuro dello stabilimento siderurgico e ad un processo di transizione ecologica che inevitabilmente richiede del tempo ed ingenti risorse per l’attuazione del piano ambientale ed industriale.

La Transizione ecologica deve essere sostenibile anche dal punto di vista sociale e tali trasformazioni possono avvenire attraverso idonei ammortizzatori sociali che accompagnino i processi senza conseguenze per i lavoratori che, come nel caso della vertenza Ilva, continuano a subire ripercussioni in termini economici per le “non scelte” del governo.

Come Fiom Cgil abbiamo ribadito da tempo la necessità di attivare sin da subito un tavolo istituzionale per fare fronte alle tante problematiche da risolvere, che riguardano i cittadini e i lavoratori, a partire dai lavoratori di Ilva in AS, che da tempo attendono delle risposte che possano porre fine alla complessa vertenza ex Ilva.

L’assenza di un tavolo permanente con il governo di fatto sta determinando una fase di stallo anche nella gestione quotidiana della fabbrica, nell’utilizzo massiccio di cassa integrazione per i lavoratori sociali e il perdurare di una situazione drammatica per i lavoratori dell’appalto, in quanto molte aziende hanno avviato procedure di cassa integrazione per cessazione di attività e licenziamenti collettivi.

Non è accettabile continuare a rinviare una discussione di merito con gli attori in campo, soprattutto in presenza di un passaggio fondamentale come l’ingresso di Invitalia in quota di maggioranza nel capitale sociale di Acciaierie d’Italia.

Taranto, 25/02/2022

Fiom Cgil Taranto

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