Il clima surreale, venutosi a creare all’interno dello stabilimento, non è più sostenibile e riteniamo inutile un confronto con l’azienda qualora venisse accertato il mancato pagamento delle ore di straordinario per i lavoratori a cui è stato chiesto di dare continuità lavorativa per il riavvio degli altiforni.
Infatti, nei giorni in cui vi era una palese difficoltà nella ripartenza di Afo/4 e Afo/1 è stato chiesto, attraverso un ordine di servizio, l’intervento di alcune figure professionali per consentire la ripartenza dei suddetti impianti.
Tuttavia, in caso di mancato pagamento delle ore di straordinario, saremo intransigenti e intolleranti nei confronti di Arcelor Mittal e avvieremo un’immediata denuncia all’Ispettorato Territoriale del Lavoro affinché la retribuzione spettante e indebitamente sottratta venga riconosciuta ai lavoratori.
Nel contempo, proclamiamo lo stato di agitazione per tutto lo stabilimento invitando i lavoratori a non dare disponibilità in caso di richiesta di straordinario nelle giornate di riposo e/o festive e di avvisare le RSU di qualsiasi richiesta di straordinario che non sia il mancato cambio.
Tale scelta scaturisce da altri episodi accaduti e con cui l’azienda continua a sopprimere i diritti dei lavoratori senza fornire motivazioni valide.
Un atteggiamento simile mostra la spregiudicatezza dell’attuale management aziendale nei confronti degli stessi lavoratori che garantiscono le attività lavorative e la continuità produttiva.
Inoltre, il governo continua a rimanere in assoluto silenzio e nel frattempo insieme all’AD Morselli dialoga per il futuro ambientale e industriale del sito produttivo di Taranto.
La domanda che da tempo ci facciamo è: un’azienda che colloca in cassa integrazione migliaia di lavoratori, che non paga i lavoratori dell’appalto ed oggi arriva a non pagare le ore di straordinario può continuare a gestire uno stabilimento ritenuto strategico per il Paese?
Noi crediamo che non sia assolutamente credibile ed è una delle ragioni per la quale il 10 novembre saremo a Roma per chiedere al governo un cambio radicale rispetto all’attuale gestione della fabbrica e di garantire un futuro sostenibile per l’acciaierie di Taranto.
Taranto, 4/11/2021
COORDINATORI FIOM – UILM
F. Brigati – G. Oliva