Home ArcelorMittal Le bugie hanno le gambe corte. Arcelor Mittal ha pagato arretrati soltanto per 20 milioni di euro

Le bugie hanno le gambe corte. Arcelor Mittal ha pagato arretrati soltanto per 20 milioni di euro

by Fiom Taranto

L’azienda usa sindacato per lo scontro con Invitalia

ArcelorMittal Italia, ex Ilva, vuole utilizzare “come grimaldello” il sindacato “per un proprio tornaconto dentro un evidente scontro con la parte pubblica, in questo caso Invitalia”. Lo dice Francesco Brigati della Fiom Cgil riferendosi al fatto che ArcelorMittal Italia ha dichiarato di aver utilizzato gran parte dei 400 milioni che un mese fa ha versato, come ingresso nel capitale, la società pubblica Invitalia (appartiene al Mef) per costituire la nuova società Acciaierie d’Italia. Riferendosi a quanto esposto dall’azienda, ovvero “l’acquisizione delle quote di C02, per un valore di 206 milioni di euro, e il pagamento di circa 136 milioni di euro delle quote arretrate di affitto da versare ad Ilva in amministrazione straordinaria”, proprietaria degli impianti, per Brigati “è del tutto evidente che la notizia che ArcelorMittal vuol far emergere è quella che i 400 milioni di euro sono di fatto quasi terminati”.

Per la Fiom Cgil, si tratta di “un’assurdità che non ha nessun riscontro e soprattutto non è supportata da documentazione che accerti quanto dichiarato durante l’incontro con le organizzazioni sindacali”. “In merito alle quote di CO2 – osserva la Fiom – la multinazionale gioca un ruolo determinante nel “gestire” le quote tanto da garantirsi, tra il 2008 e il 2015, un guadagno in Europa di circa 1,8 miliardi di euro. Inoltre, nel 2020 Am Investco Italy”, la società di ArcelorMittal Italia, “pare abbia ceduto quote di CO2 traendone un vantaggio economico importante”. In merito invece al pagamento degli arretrati dell’affitto ad Ilva in amministrazione straordinaria, “dimezzato nell’accordo del 4 marzo 2020, secondo l’azienda ammonterebbe a 136 milioni di euro mentre a noi – commenta Brigati della Fiom – risulta un pagamento di una parte delle spettanze che corrisponde a circa 20 milioni di euro”. Per Brigati, “se sono queste le premesse dell’ingresso del pubblico nella nuova società chiamata Acciaierie d’Italia, credo che non andremo molto lontano, soprattutto in assenza di chiarezza in merito a degli obiettivi che devono essere chiari sulla prospettiva ambientale, occupazionale ed industriale”. Infine, commenta la Fiom, “bisogna accelerare con l’ingresso del pubblico per controllare e gestire risorse importanti necessarie a rilanciare lo stabilimento di Taranto”.
(AGI)

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