Confindustria preoccupata per lo sciopero del 6 maggio? Vuol dire che stiamo dalla parte giusta! Avanti tutta per conquistare una transizione ecologica e sociale.
La dichiarazione stampa di Confindustria Taranto, a pochi giorni dallo sciopero del 6 maggio indetto da Fim, Fiom, Uilm e USB, è del tutto fuori luogo sia nel merito che nel contesto in cui versa la vertenza ex Ilva. Sia chiaro a Confindustria che non abbiamo proclamato lo sciopero soltanto per Acciaierie d’Italia ed Ilva in AS, ma anche per le aziende di appalto che continuano, una parte di loro, a far vivere ai lavoratori in una situazione di grande precarietà, a partire dalle mancate retribuzioni e dall’avvio di procedure di cassa integrazione per cessazione di attività.
Confindustria non condivide le modalità di mobilitazione e lo sciopero del 6 maggio indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb? Dov’è la novità? Il sindacato rappresenta gli interessi dei lavoratori e Confindustria quelli delle imprese e a me sembra che tra i due a pagare sia sempre il lavoratore. Inoltre, mi sembra del tutto ovvio che Confindustria rappresenti anche la multinazionale e, come si evince dal comunicato, gli interessi e i profitti di Arcelor Mittal.
La transizione ecologica non può essere una scatola vuota di contenuti e soprattutto non può restare nelle mani di una multinazionale che continua a ricattare i lavoratori ed un intero territorio.
Per queste ragioni torneremo ad essere protagonisti del cambiamento. Il 6 maggio si sciopera!
Francesco Brigati
Fiom Cgil Taranto