Il governo Meloni approva un decreto in cui esclude il sindacato dalla procedura di cassa integrazione. È a rischio la democrazia nei luoghi di lavoro e noi non lo consentiremo e, in assenza di risposte, continueremo con le iniziative di mobilitazione.
In data odierna si è tenuto un incontro, convocato dal dipartimento politiche del lavoro della Regione Puglia, per proseguire l’esame congiunto sulla cassa integrazione ex art.44, comma 11 ter in attesa dell’autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro di quanto disposto dall’art.42 del D.L. n.75/2023 che prevede, per le imprese di interesse strategico nazionale con un numero di lavoratori dipendente non inferiore a mille, la possibilità di ricorrere all’utilizzo dell’ammortizzatore sociale per una durata massima di ulteriori quaranta settimane.
Tuttavia, l’incontro odierno, al quale erano presenti oltre alla Regione Puglia, il Ministero del Lavoro e Acciaierie d’Italia ha prodotto un ulteriore slittamento della procedura di cassa integrazione ex art.44 in quanto, ad oggi, il Ministero competente non ha accolto la richiesta di istanza di ADI, così come previsto dal D.L. n.75/2023, procurando, di fatto, una fase di confusione generale in merito alla gestione dei lavoratori che ad oggi risultano collocati in cassa integrazione senza che vi sia una reale copertura di un ammortizzatore sociale.
La vertenza ex Ilva necessita di chiarezza in merito alla prospettiva industriale ed ambientale e non di decreti d’urgenza con cui si continuano a procrastinare le scelte di politiche industriali oggi lasciate nelle mani della multinazionale che condiziona inevitabilmente la vita di cittadini e di migliaia di lavoratori.
È inaccettabile che il governo metta a disposizione ulteriori risorse pubbliche per la cassa integrazione senza avviare un confronto sindacale di merito sull’utilizzo dell’ammortizzatore sociale oltre ad un piano di investimenti ed un piano industriale necessari a garantire un rilancio della produzione del sito di Taranto.
L’unica soluzione per ottenere un rilancio produttivo dello stabilimento siderurgico ed avviare un processo di transizione ecologica e sociale per i lavoratori e cittadini è quello di cambiare gli attuali societari.
In assenza di risposte continueremo con le mobilitazioni, dando seguito alle iniziative nazionali intraprese da Fim, Fiom e Uilm affinché il lavoro, la transizione ecologica e le politiche industriali tornino ad essere protagoniste del cambiamento che come sindacato crediamo sia indispensabile per rilanciare il tessuto produttivo del nostro Paese.
Indietro non si torna!
Francesco Brigati
Segretario Generale Fiom Cgil Taranto
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[…] 13 Luglio 2023 […]
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