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Dumping contrattuale: la Fiom consegna dossier al Ministro

by Fiom Taranto

La Fiom Cgil di Taranto consegna un dossier al Ministro del Lavoro, dopo denunce ad Ispettorato del Lavoro, su dumping contrattuale all’interno dell’appalto di ADI

La Fiom Cgil di Taranto, in occasione della presenza in stabilimento del Ministro del Lavoro, ha presentato una documentazione dettagliata in merito alla corretta applicazione del CCNL e dumping contrattuale, già inoltrate all’Ispettorato del Lavoro unitamente a Fillea e Cgil; ad oggi non è stata data nessuna risposta a questa problematica che inevitabilmente impatta anche sulla sicurezza dei lavoratori coinvolti.

È del tutto evidente che la gestione di Arcelor Mittal mirava ad un abbattimento dei costi durante l’assegnazione delle attività determinando una mancata applicazione del CCNL dei metalmeccanici, introducendo contratti, nella fattispecie di multiservizi, con i quali traeva un beneficio in termini economici a discapito della sicurezza dei lavoratori.

Infatti, le aziende, mediante il codice ATECO di appartenenza, sono classificate a rischio basso, medio o alto e, sulla base di tale classificazione variano gli adempimenti relativi sia alla attività di formazione, ai sensi del D. Lgs. 81/08 sia in relazione alle tariffe INAIL.

In riferimento all’attività formativa la Commissione per gli Interpelli, con l’Interpello n. 11/2013 del 24/10/2013, ha stabilito che la stessa deve essere “sufficiente ed adeguata” e pertanto va riferita all’effettiva mansione svolta dal lavoratore, considerata in sede di valutazione dei rischi; pertanto la durata del corso può prescindere dal codice ATECO di appartenenza dell’Azienda.

Permangono, inoltre, dubbi sulla gestione delle tariffe Inail, calcolate esclusivamente sulla base delle attività lavorative, e sulla sorveglianza sanitaria, effettuata in relazione ai rischi presenti nella sede aziendale.

Inoltre, crediamo fondamentale, dopo un importante accordo di cassa per i lavoratori di ADI in AS, raggiunto presso il Ministero del Lavoro, aprire un confronto sui lavoratori dell’appalto per garantire le professionalità presenti attraverso la costituzione di un bacino occupazionale utile a salvaguardare le stesse maestranze.

La transizione ecologica e intervento pubblico siano i punti di forza e di opportunità per garantire i due diritti costituzionali: salute e lavoro

Dopo la chiusura della prima fase sulle manifestazioni di interesse, conclusasi il 20 settembre, entreremo nel vivo del bando di vendita internazionale entro la fine di novembre con cui avremo modo di conoscere i reali interessamenti sull’ex Ilva.

Nel contempo crediamo sia necessario dare certezza alla realizzazione del Piano di Ripartenza e per farlo serve chiarezza da parte del governo su ulteriori risorse da mettere a disposizione dei Commissari Straordinari al fine di salvaguardare la sicurezza, l’ambiente e la ripresa produttiva nei tempi previsti prima della vendita dell’ex Ilva.

Inoltre, abbiamo chiarito al Ministro del Lavoro che la transizione ecologica deve essere un processo condiviso con i lavoratori mettendo al centro della trasformazione del processo produttivo la salvaguardia occupazionale sia dei lavoratori di ADI in As che di Ilva in AS. Salvaguardia occupazionale che si può garantire attraverso una riduzione dell’orario di lavoro così come proposto unitariamente all’interno della piattaforma del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici.

Amianto

La questione Amianto è un tema che abbiamo più volte affrontato e riteniamo necessario aprire un tavolo di confronto ministeriale sia per consentirne nel breve periodo lo smaltimento che per allungare i benefici previdenziali per tutti i lavoratori Ilva e appalto.

È il momento delle scelte. Un sito d’interesse strategico per il nostro Paese, così come definito in tutti i decreti salva Ilva, dentro un processo di transizione ecologica non può che passare da un intervento pubblico che controlli i vari processi salvaguardando ambiente, lavoro e produzione.

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