«Valutiamo positivamente il fatto che il sindaco Piero Bitetti, poche ore dopo il suo insediamento ufficiale, abbia voluto convocarci, insieme alle altre parti sociali e associazioni, in vista dell’incontro in videocall di oggi 18 giugno con il ministro Urso, per avviare una discussione franca per quanto riguarda le questioni legate all’ex Ilva».
Ad affermarlo è il segretario generale della Fiom-Cgil di Taranto, Francesco Brigati, presente all’incontro insieme a Patrizio Di Pietro, Ignazio De Giorgio, entrambi della Fiom, e Giuseppe Romano per la Cgil.
«Al sindaco – spiega Francesco Brigati – abbiamo sottoposto un paio di questioni, soprattutto in ordine all’Accordo di programma, dal momento che la videocall di oggi verterà su questo argomento. A Bitetti – sottolinea Brigati – su questo tema abbiamo ribadito che va garantita la continuità produttiva ovvero un adeguamento del piano di ripartenza, dopo l’incidente in Afo 1, che preveda investimenti e un piano di decarbonizzazione che traguardi obiettivi chiari e realizzabili nel breve periodo. E il fatto che il governo, con l’ultimo decreto, ha stanziato ulteriori 200 milioni di euro non ci soddisfa assolutamente perché tra qualche mese il problema della liquidità si ripresenterà e non risolve l’aspetto della continuità produttiva legato al nuovo piano di ripartenza che discuteremo, con molta probabilità, nel prossimo incontro che terremo a Roma sulla cassa integrazione».
Sempre sull’Accordo di programma, che vede il Comune di Taranto tra gli attori principali della sua redazione, la Fiom ha fatto presente al primo cittadino di considerarlo «un accordo senza una prospettiva industriale, occupazionale ed ambientale. Diventa complicato discuterne se non per dare unicamente garanzie a Baku Steel company rispetto alle richieste avanzate in merito alla presenza di una nave rigassificatrice nel porto di Taranto e alla realizzazione del dissalatore. L’accordo di programma è necessario per programmare la realizzazione di un piano di transizione ecologica che garantisca la piena occupazione».
In più, fa ancora presente il segretario generale della Fiom di Taranto, c’è il tema legato ai lavoratori interessati dalla nuova procedura di cassa integrazione (4.050 unità) oltre a quelli di Ilva in AS ai quali va data una prospettiva, stiamo parlando di più di 1.600 lavoratori, e a quelli dell’appalto. «Per quanto riguarda la Fiom – ribadisce concludendo Francesco Brigati – questo processo complicato si può risolvere esclusivamente con un intervento dello Stato che possa dare oggi garanzie di continuità produttiva per poi traghettare nella fase della transizione ecologica».