Fim, Fiom e Uilm, nelle date del 22, 23 e 24 luglio 2025, si sono riunite in assemblea con i lavoratori di Acciaierie d’Italia, di Ilva in As e degli appalti per illustrare ai lavoratori gli aggiornamenti riguardanti la complessità della vertenza ex Ilva ma anche le opportunità che possono derivare dal processo di decarbonizzazione, necessario quest’ultimo, per cambiare radicalmente il processo produttivo a carbone ponendo fine ad una inutile contrapposizione, che dura ormai da troppi anni, tra i due diritti
costituzionali: lavoro e salute.
Siamo ad un passaggio storico per i lavoratori e la città di Taranto e crediamo sia indispensabile cogliere questa opportunità e programmare un nuovo futuro che possa traguardare, nel più breve tempo possibile, il processo di transizione ecologica. Dopo l’approvazione del parere istruttorio conclusivo da parte dell’autorità competente in merito all’Autorizzazione Integrata Ambientale, bisogna dare centralità alla realizzazione del processo di decarbonizzazione definendo tempi e modalità certe per poterlo realizzare in modo da pretendere una nuova autorizzazione che preveda al suo interno l’abbandono programmato del ciclo integrale insieme all’aspetto sanitario.
L’accordo di programma è uno degli strumenti che inevitabilmente potrà delineare il futuro di Taranto, senza il quale si rischia di portare il sito ad una implosione fino alla chiusura irreversibile senza avere nessuna possibilità di occuparsi di bonifiche, né tantomeno di un’alternativa occupazionale.
Il tempo delle scelte è adesso e insieme ai lavoratori e alla comunità ionica bisogna raggiungere un traguardo per nulla scontato.
Infatti, dopo 60 anni di industria pesante a ciclo integrale, vediamo possibile un percorso, auspicato in questi anni dai cittadini e dai lavoratori, di vera decarbonizzazione delle produzioni.
La decarbonizzazione può essere realizzata esclusivamente attraverso la continuità produttiva dello stabilimento e il mantenimento totale dell’occupazione. Questo passa da alcune condizioni per noi imprescindibili che – solo se realizzate – daranno risposte ai lavoratori diretti, di ILVA in AS e del mondo degli appalti.
Condizioni per cui il Governo è tenuto a trovare e fornire risorse adeguate per garantire, oltre al nuovo piano di marcia, investimenti certi per la decarbonizzazione con la presenza dello Stato che garantisca la finalizzazione della totale trasformazione industriale.
Il consiglio di fabbrica di Fim, Fiom e Uilm propone un percorso che tenga insieme aspetti ambientali, sociali ed industriali.
Di seguito le nostre proposte:
- Pretendere dal governo la garanzia del rispetto della tutela occupazionale completa, che parte da tutte le salvaguardie previste dall’accordo del 06/09/2018.
- Misure straordinarie per i lavoratori di ADI in AS, Ilva in AS e appalto attraverso ogni strumento possibile, sia esso legato all’esposizione all’amianto, prevedendo interventi legislativi sulla scorta di esperienze passate e già note, al prepensionamento, riconoscendo il lavoro siderurgico a ciclo integrale come lavoro usurante, alla volontà individuale di uscita anticipata su base volontaria attraverso apposito incentivo.
- Come già chiesto da tempo in sede di Commissione Sanità della Regione Puglia, non è possibile attendere oltre per l’attivazione attraverso il contributo delle strutture sanitarie locali di screening sanitari periodici nei confronti dei lavoratori.
- Realizzazione dei 3 Forni Elettrici nel minor tempo possibile che – gradualmente – sostituiranno definitivamente gli attuali AFO a ciclo integrale.
- Realizzazione di DRI con impianti dedicati e realizzati a Taranto, materia prima indispensabile senza la quale non sarebbe assolutamente neanche immaginabile per tanti motivi, partendo dalla sostenibilità del progetto, il percorso di elettrificazione del sito siderurgico.
- Riavvio di tutte le linee di finitura e investimenti massicci nelle aree di laminazione a freddo e di verticalizzazione del prodotto che possa garantire il rientro di molto lavoratori da troppo tempo in cassa integrazione oltre che la graduale ricollocazione negli anni degli attuali lavoratori impiegati su impianti che verranno dismessi;
- Garantire la continuità del reddito dei lavoratori e le politiche attive di formazione continua, riqualificazione in vista delle nuove mansioni da ricoprire al termine del processo di trasformazione.
- Valorizzazione, attraverso la realizzazione dei nuovi impianti, dei lavoratori del mondo degli appalti occupati attualmente nelle aziende del territorio. A tal proposito è imprescindibile prevedere la costituzione di un bacino occupazionale con un’apposita clausola sociale che permetta il reimpiego dei lavoratori dell’appalto e indotto nelle nuove attività che si determineranno.
Il Consiglio di Fabbrica delle RSU di Fim, Fiom e Uilm impegna le istituzioni locali, regionali e il MIMIT con la presente piattaforma a trovare ogni strumento utile affinché le richieste dei lavoratori su esposte trovino risposte concrete per garantire un futuro sostenibile sia dal punto di vista sociale che ambientale. Il tempo dei proclami e delle mezze misure è finito. Adesso è il momento della responsabilità!
FIM FIOM UILM TARANTO