La corte di appello di Lecce riconosce nei confronti di 2 ex dirigenti dello stabilimento ex-Ilva di Taranto il reato di omicidio colposo per la morte di nove lavoratori (3 prescritti) per mesotelioma pleurico. La FIOM CGIL , costituita parte civile, protagonista del processo.
In data 19.10.2021 la Corte di Appello di Lecce ha riconosciuto in favore della Fiom Cgil di Taranto, assistita dall’ avv.to Massimiliano Del Vecchio, la rifusione di spese di giudizio pari a 6.000,00 Euro in quanto costituitasi parte civile nel processo contro due ex responsabili di fabbrica NOCE ed ANGELINI ritenuti dalla Corte responsabili di omicidio colposo art. 589 c.p.
Oltre alla innegabile valenza giuridica della sentenza vi è da segnalare altresì come la stessa ponga di assoluta attualità il tema della tutela della salute dei lavoratori (circa 13.000 tra diretti ed appalto) che per vivere han bisogno di lavorare entrando quotidianamente nello stabilimento siderurgico tarantino.
È di evidenza assoluta la pericolosità ed i rischi ai quali i lavoratori sono esposti venendo a contatto con diverse sostanze nocive e di come, nella fattispecie in oggetto, la presenza di amianto rappresenti a tutt’oggi un elemento di alta criticità nella vita lavorativa di tutti i lavoratori coinvolti.
Come FIOM CGIL, insieme ai RSU ed RLS, continueremo a tutelare in tutte le sedi opportune ed in tutti i modi i lavoratori, a partire dal principio del necessario allontanamento dalle fonti di rischio e dalla inevitabile riconversione ambientale e produttiva dello stabilimento siderurgico. Inoltre, chiederemo un incontro all’attuale gestione di Acciaierie d’Italia per monitorare il piano di rimozione dell’amianto all’interno dello stabilimento siderurgico.
Il Governo Draghi, in particolar modo il Ministro Orlando, affronti seriamente il tema della sicurezza del lavoro e proprio nella fase in cui si sta discutendo di riforma delle pensioni si apra ad una vera discussione con le parti sociali sui lavori usuranti e gravosi.
Taranto 24.10.2021
FIOM CGIL TARANTO