In data odierna si è riunito il consiglio di fabbrica di FIOM e UILM per definire le prossime iniziative di mobilitazione da mettere in campo per salvaguardare il futuro ambientale e occupazionale del territorio ionico. Ormai è del tutto evidente che la scelta di Arcelor Mittal sia stata dettata esclusivamente dalla volontà della multinazionale di rimettere in discussione quanto sottoscritto in sede ministeriale il 6 settembre 2018 e trova, pertanto, un alibi sulla vicenda dell’esimente penale. La multinazionale ha altresì evidenziato, nella nota inviata ad Ilva in AS, che il problema non è solo lo scudo penale ma bensì le problematiche giudiziarie di AFO 2 e soprattutto il riesame dell’Aia. Oggi si è tenuto un incontro tra il Governo e Arcelor Mittal che non ha prodotto alcuna novità se non la conferma della volontà della multinazionale di recedere il contratto di fitto.
Di fronte all’arroganza di una multinazionale e ad una totale incapacità ed immobilismo della politica, bisogna mobilitarsi come lavoratori attraverso la partecipazione allo sciopero indetto l’8 novembre. Infatti è necessario porsi un obiettivo chiaro che arrivi netto e direttamente al Governo, al momento unico vero proprietario dello stabilimento siderurgico.
Il Consiglio di fabbrica ha deciso inoltre di avviare un percorso istituzionale, a partire dal presidente della Regione Puglia, per affrontare una vertenza che non può escludere nessuno, soprattutto sulle responsabilità di quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni.
Infine, il consiglio di fabbrica di FIOM – UILM, di concerto con le Segreterie nazionali, ha deciso di organizzare una grande mobilitazione di gruppo presso il Mise a Roma.
Non siamo disponibili a ulteriori sacrifici che possano penalizzare ulteriormente l’aspetto della salvaguardia ambientale, delle bonifiche e del piano occupazionale già previsto dall’accordo del 6 settembre.
SCIOPERO
8 novembre 2019, 24 ore così articolate:
8 ore per ogni turno di lavoro
Taranto 06 novembre 2019
FIOM – UILM