“Prendiamo atto, ancora una volta, che ArcelorMittal usa la cassa integrazione come un fatto burocratico. La stessa lettera aziendale che avvia la procedura, è scontata e ripetitiva”. Lo dichiara ad AGI Francesco Brigati, della Fiom Cgil, in vista dell’incontro di oggi alle 11 a Taranto tra sindacati metalmeccanici e ArcelorMittal per discutere della richiesta di cassa integrazione ordinaria, avanzata da quest’ultima, per 13 settimane, per 8140 dipendenti del siderurgico dal 16 novembre. “In incontri come quelli di oggi – prosegue Brigati ad AGI – discutiamo del nulla. Non c’è nessun dettaglio, nessuna spiegazione su quanto si riduce la produzione e su ciò che si ferma. Dal numero globale, 3700-3800 persone al lavoro tutti i giorni divise tra i tre turni, non ci si discosta mai. È vero che poi ne risultano 4000-4100, perché negli ultimi giorni ci sono stati dei rientri, ma poi accade che sugli impianti il personale sia messo in ferie, quindi nella realtà abbiamo 3700-3800 al lavoro più 3-400 in ferie”.
“Sull’uso della cig da parte di ArcelorMittal – afferma Brigati – a settembre abbiamo rimesso un altro fascicolo all’Inps, chiestoci dallo stesso istituto di previdenza, dove segnaliamo anomalie e criticità circa la gestione dell’ammortizzatore sociali da parte di ArcelorMittal”.
“È evidente che se Governo, Invitalia e ArcelorMittal dovessero trovare l’accordo sul riassetto societario con l’ingresso dello Stato, il quadro cambierebbe – sostiene Brigati -. Faremmo allora un accordo di cassa integrazione non in sede locale ma al ministero, coprirebbe un arco temporale più lungo e sarebbe legato alla ristrutturazione e non al Covid o alla crisi del mercato”.
“Come sindacati – aggiunge infine Brigati -, quando abbiamo incontrato il premier Giuseppe Conte il 12 ottobre in Prefettura a Taranto, gli abbiamo ribadito che per noi ArcelorMittal è sostanzialmente un interlocutore inaffidabile. Ma per tre volte il premier ci ha risposto che senza partner industriale, non si va da nessuna parte, non saremmo in grado di fare alcun investimento, e che hanno provato a cercare alternative in Italia, ma non hanno trovato granché. Come dire, semplificando e sintetizzando, che, con lo Stato e Invitalia presenti, e quindi sia pure con un diverso quadro societario, ArcelorMittal dovete tenervelo perché questo per ora c’è”, conclude Brigati.
(fonte: AGI)