Fiom e Uilm scrivono al Ministro del Lavoro Orlando e al Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti per segnalare la cattiva gestione dello stabilimento
A poche ore dall’incontro con i ministeri interessati alla vertenza ex Ilva segnaliamo, ancora una volta, una cattiva gestione della fabbrica, da parte di Arcelor Mittal, in merito all’utilizzo della cassa integrazione ordinaria guadagni con cui l’azienda cerca costantemente di trarne un improprio beneficio in termini economici. Infatti, a seguito dell’uscita delle buste paghe, ci sono arrivate segnalazioni da parte dei lavoratori in cui si evince un modus operandi di Acciaierie d’Italia di sostituzione di permessi individuali come le ferie, la legge 104, donazione sangue e riposi compensativi con la cassa integrazione.
Tale atteggiamento mostra la totale spregiudicatezza dell’attuale management di Acciaierie d’Italia che continua a ledere i diritti individuali del lavoratori anche attraverso la mancata retribuzione delle ore di straordinario ai lavoratori che hanno prestato la propria attività lavorativa oltre l’orario di lavoro previsto dal vigente CCNL.
Inoltre, l’azienda ha inoltrato alle organizzazioni sindacali un ulteriore proroga di CIGO, per 13 settimane, senza un minimo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali che continuano a ritenere illegittimo tale ammortizzatore sociale soprattutto a seguito di un fermo impianti scaturito da una improvvida manutenzione dell’altoforno n.4.
Anche dal punto di vista dell’approccio ai temi della Sicurezza dei lavoratori assistiamo ad un netto peggioramento del rapporto con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Qualche mese fa, nonostante il tema degli infortuni sia al centro del dibattito nazionale, l’Azienda ha deciso unilateralmente di far venir meno l’incontro settimanale sull’analisi degli infortuni e near-miss, quale strumento di confronto serrato deciso in sede del MISE il 15 Luglio 2019 dopo l’ultimo tragico infortunio mortale avvenuto nello Stabilimento. A questo si aggiunge che il 10 dicembre scorso è stato comunicato che i Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza non potranno più ricevere i documenti inerenti la valutazione del rischio (come previsto dall’art.50 D.Lgs. 81/2008), comprimendo e limitando in maniera estremamente pesante il ruolo degli R.L.S. con tutto ciò che ne consegue.
È del tutto evidente che una gestione di questo tipo non può essere la base sulla quale impostare una transizione ecologica della siderurgia nel nostro Paese, in quanto la sostenibilità ambientale, tutta da verificare, slegata dal rispetto dei diritti dei lavoratori non avrebbe nessun futuro.
Taranto 13.12.2021
Coordinatori di fabbrica Acciaierie d’Italia
Fiom – Uilm
Brigati – Oliva