In data 24 settembre Fiom e Uilm, a seguito di un incontro con la Direzione Aziendale, hanno sottoscritto un verbale di riunione in cui l’azienda si impegnava a programmare incontri specifici, area per area, sul tema delle rotazioni e del numero dei lavoratori coinvolti dall’ammortizzatore sociale.
Inoltre, l’azienda avrebbe dovuto relazionare in merito agli assetti di marcia degli impianti e delle ripercussioni dal punto di vista dell’utilizzo della cassa integrazione. Impegni che, ancora una volta, sono stati disattesi dall’azienda.
Per tali ragioni la Fiom Cgil ha ritenuto opportuno ritirare la propria delegazione e non partecipare sia all’incontro odierno che ai prossimi calendarizzati dall’azienda.
È del tutto evidente che l’attuale gestione della fabbrica, basti pensare a quanto sta accadendo in queste ore sulle fermate degli altiforni, e della cassa integrazione sia un elemento di rottura con la Fiom Cgil che da tempo rivendica chiarezza e trasparenza nella condivisione di informazioni e soprattutto di confronto sulle scelte organizzative che riguardano i lavoratori.
Il Presidente di Acciaierie d’Italia ha dichiarato, intervenendo alla conferenza Bilanci Acciaio 2021 di Siderweb, che lo stabilimento di Taranto sarà sostenibile sui tre fronti: ambientale, economico e sociale. Una sfida che i lavoratori e la città di Taranto aspettano dal 26 luglio 2012 e che se le premesse sono l’atteggiamento di totale chiusura da parte del management di Acciaierie d’Italia, su tutti i fronti, credo sia improbabile raggiungere obiettivi così importanti, soprattutto per la totale assenza del governo che continua a rinviare una vera discussione con le organizzazioni sindacali.
La transizione ecologica necessita di un coinvolgimento di tutti i soggetti in campo, a partire dai lavoratori e dalla comunità ionica e non di accordi nel chiuso di quattro mura tra la multinazionale e il governo.
Coordinatore Fiom Cgil Acciaierie d’Italia
Francesco Brigati