Lettera aperta al Presidente Emiliano, all’assessore alla Sanità Lopalco e al direttore Asl Taranto Rossi
Egregi Emiliano, Lopalco, Rossi,
in data 01 luglio ’21, intorno alle 21, ho ricevuto una telefonata di un lavoratore di Acciaieria d’Italia che mi comunicava, con voce sofferente, di essersi infortunato durante l’attività lavorativa e di aver effettuato un primo soccorso presso il presidio sanitario di Acciaierie d’Italia. Il presidio sanitario dello stabilimento di Taranto, verificato lo stato di salute del lavoratore, ha immediatamente trasferito il lavoratore in tuta da lavoro al SS. Annunziata per ulteriori accertamenti. Il lavoratore è stato trasportato in ospedale alle 21:00 circa con l’autoambulanza aziendale, così come indicato dai medici del presidio sanitario, e al momento (siamo al 2 luglio ’21 – ore 10:00) è ancora al pronto soccorso, con la tuta da lavoro sporca, senza che vi sia stato diagnosticato e/o accertato il danno subito a causa di un infortunio sul lavoro e in attesa di essere visitato dal reparto di ortopedia.
L’odissea non è ancora finita e nonostante i solleciti, sempre con l’educazione che contraddistingue il lavoratore, gli viene detto chiaramente che essendo un codice verde potrebbe arrivare ad aspettare altre 12/24 ore, sempre in tuta da lavoro ovviamente.
Sarebbe utile conoscere dalle istituzioni preposte cosa non funziona al pronto soccorso di Taranto e se sia umano far attendere un lavoratore 24/36 ore con una tuta da lavoro sporca dopo aver subito un infortunio in fabbrica.
È inaccettabile che accadano episodi di questo tipo e non possono esserci scuse di nessun tipo. Le istituzioni non possono far finta di nulla e soprattutto non far nulla affinché si cambi lo stato di cose esistenti.
Personalmente non ho altro modo di definire quanto sta accadendo al lavoratore se non come un processo di mala sanità che al pronto soccorso di Taranto va avanti da troppo tempo.
Taranto 02.07.2021
Segretario Fiom Cgil Taranto
Francesco Brigati