Il giorno successivo all’incontro ministeriale, in cui vi è stato l’annuncio flash del Ministro Giorgetti che ha subito dopo abbandonato la riunione, è stato varato il decreto-legge aiuti bis in cui è stata inserita, all’art. 29, una misura specifica per Acciaierie d’Italia che autorizza INVITALIA a sottoscrivere aumenti di capitale o diversi strumenti per un importo non superiore a 1 miliardo di euro.
Nella vertenza ex Ilva vi sono stati troppi interventi del Governo con decreti d’urgenza finalizzati a garantire solo la continuità produttiva dello stabilimento siderurgico senza mai definire una vera e propria mission che potesse traguardare obiettivi chiari sia in termini ambientali che occupazionali. Infatti, ancora ad oggi non si conoscono i piani ambientale ed industriale necessari a garantire quel famoso processo di transizione ecologica che troppe volte viene annunciato ma che concretamente non trova spazio nella pratica.
L’ennesimo intervento del governo lascia uno spazio di manovra ad Invitalia che dovrà fare delle scelte per garantire una liquidità ad ADI ed affrontare il problema della crisi energetica e della risalita produttiva dello stabilimento di Taranto.
Tuttavia, bisognerebbe discutere nel merito, avviando un focus specifico, per la risoluzione delle problematiche inerenti gli interventi e gli investimenti necessari per le manutenzioni ordinarie e straordinarie che continuano a subire ritardi e ad avere anche un impatto negativo sia dal punto di vista della sicurezza per i lavoratori che per l’ambiente.
Inoltre, andrebbe rivisto l’utilizzo della cassa integrazione troppe volte utilizzata per trarne un beneficio sull’abbattimento del costo del lavoro e che puntualmente vede rinviare interventi sugli impianti per assenza di personale o mancanza di ricambistica.
Non è accettabile una gestione della fabbrica che rifiuta il confronto con le organizzazioni sindacali così come è inaccettabile la gestione del personale incapace di utilizzare e valorizzare le risorse umane che garantiscono la produzione e le attività per tenere in vita lo stabilimento.
In questa fase di particolare criticità serve fare fronte comune su obiettivi chiari come l’avvio del processo di decarbonizzazione, che non può subire ulteriori ritardi, investimenti straordinari sulle manutenzioni, riduzione del numero dei lavoratori in cassa integrazione, garanzia occupazionale per i lavoratori di Ilva in AS e del mondo dell’appalto in cui vanno garantite delle regole chiare soprattutto sul campo di applicazione dei contratti nazionali.
Per tali ragioni credo sia stato un errore il rinvio della riunione odierna da parte del Presidente della Regione Puglia, se pur motivata da una posizione critica emersa da parte di una organizzazione sindacale, in quanto serve costruire una rete con le istituzioni locali per trovare soluzioni che possano raggiungere obiettivi importanti come il processo di transizione ecologica.
Bisogna fare presto e non lasciare nulla al caso. Taranto e i lavoratori attendono risposte certe sul futuro ambientale ed occupazionale e serve riprendere immediatamente il dialogo con tutti coloro che vogliono lavorare per garantire i due diritti costituzionali.
Francesco Brigati
Segr. prov. Fiom Cgil Taranto
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