Il Governo Draghi e la sua maggioranza, nessuno escluso, sottrae ulteriori risorse dai fondi sequestrati dalla Procura di Milano ai Riva, portandole a 575 milioni di euro a fronte di 1.157 milioni di euro.
La Fiom Cgil già nel 2018 aveva denunciato questa condizione che favoriva di fatto la multinazionale a discapito del territorio ionico. Nello specifico, le bonifiche previste per il territorio ionico dovevano essere realizzate con parte delle risorse destinate agli investimenti ambientali non direttamente ascrivibili all’affittuario.
Infatti tra le tante prescrizioni ambientali previste dal DPCM del 29 settembre 2017 vi è stata la copertura dei parchi minerali completamente realizzata con i fondi in capo all’amministrazione straordinaria attraverso il cosiddetto “patrimonio destinato” così come previsto dall’art. 20 del contratto di aggiudicazione del giugno 2017, in cui viene esplicitato che, in relazione alle attività esecutive del piano ambientale di competenza dell’affittuario, le società concedenti metteranno a disposizione di Arcelor Mittal, su base trimestrale anticipata, le risorse finanziarie relative ai costi che dovrà sostenere nel trimestre successivo.
Pertanto, con il decreto mille proroghe ancora una volta si è intervenuto con l’aumento delle risorse messe a disposizione della multinazionale, in questo caso per la realizzazione del processo di decarbonizzazione, ma nel contempo permane una condizione di incertezza in merito al piano industriale, occupazionale ed ambientale. Ormai da mesi assistiamo a continui annunci di investimenti di miliardi di euro senza uno stralcio di piano e soprattutto in assenza di una copertura finanziaria per la realizzazione dei progetti necessari alla transizione ecologica dello stabilimento siderurgico. Infatti, nei pochi incontri avuti con il Ministero dello Sviluppo Economico abbiamo appreso di progetti presentati alla comunità europea, quest’ultimi non sono mai stati resi pubblici alle organizzazioni sindacali, necessari a reperire le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. È del tutto evidente che il Governo Draghi sulla vertenza ex Ilva continua a non avere un’idea ben precisa sul futuro produttivo di Taranto e soprattutto continua a fare annunci su importanti investimenti per il processo di transizione ecologica senza coperture finanziare.
È giunto il tempo di fare chiarezza sulla vertenza ex Ilva, sulle bonifiche e riqualificazione del territorio ionico costretto a pagare sia in termini ambientali che occupazionali. Il Governo convochi le parti sociali ed apra ad un confronto serio e di merito per traguardare un processo di transizione ecologica con la massima partecipazione dei lavoratori e dei cittadini della terra ionica.
Taranto 03.01.2022
Segreteria Provinciale Fiom Cgil
Giuseppe Romano
Francesco Brigati