Fim, Fiom e Uilm ritengono necessario fare chiarezza in merito ai tempi e alle modalità per l’avvio dei Lavori di Pubblica Utilità, considerando, inoltre, la necessità che l’emendamento proposto dalla Regione Puglia possa modificare, attraverso l’approvazione delle due camere del parlamento, il DL 150/2015.
Infatti, la norma specifica che l’assegno di ricollocazione non costituisce reddito imponibile ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e non è assoggettato a contribuzione previdenziale e assistenziale. Inoltre, l’articolo 26 prevede la possibilità per i lavoratori titolari di strumenti di sostegno al reddito, in costanza di rapporto di lavoro, di essere chiamati a svolgere attività di pubblica utilità nel territorio della città di residenza e precisa che l’utilizzo dei lavoratori in tali attività non determina l’instaurazione di un rapporto di lavoro e di un’integrazione salariale alla cassa integrazione.
Pertanto, le risorse attualmente stanziate dalla Regione Puglia, 500 mila euro, potrebbero non essere utilizzate lì dove non ci sia una modifica in merito all’indennità mensile di partecipazione che, ad oggi, oltre ai tanti proclami non c’è, determinando di fatto, il non riconoscimento di un’integrazione per i lavoratori di Ilva in AS. Altresì, bisogna precisare che non è previsto il coinvolgimento di tutti i comuni della Provincia di Taranto, ma esclusivamente le aree di crisi industriale complessa che riguardano il Comune di Taranto, Statte, Montemesola, Massafra e Crispiano.
È del tutto evidente che tale situazione determinerebbe una condizione di disagio per molti lavoratori di Ilva in AS che non risiedono nei comuni sopraelencati, difatti il numero della platea dei lavoratori interessata su base volontaria comunicato dalla Regione era intorno alle 400 unità, ma come Fim, Fiom e Uilm abbiamo chiesto che la misura transitoria deve necessariamente coinvolgere tutto il bacino dei lavoratori in Ilva in Amministrazione Straordinaria e oltremodo riteniamo insoddisfacente la somma di 6 euro a ora per i lavori di pubblica utilità. Nello stesso tempo, nell’ambito del percorso delle politiche attive, queste, oltre ad essere velocizzate, devono di fatto risultare esigibili, contribuendo ad accrescere il bagaglio professionale, con l’aggiornamento dei cataloghi formativi di tutti i lavoratori appartenenti al bacino, anche in vista della data di reinserimento indicata dall’accordo del 6 settembre 2018, che per noi rimane l’unico di riferimento.
Come Fim, Fiom e Uilm ribadiamo che tutte le discussioni legate al destino di ogni lavoratore dovranno essere affrontate nelle sedi ministeriali di competenza.
Taranto, 7 dicembre 2022
Fim, Fiom e Uilm Territoriali