Perché scegliere la Fiom alle elezioni RSU/RLS in Acciaierie d’Italia del 1-2-3 marzo 2023
Si vota, dunque. Nel pieno di una vertenza lunghissima e estremamente complicata, in una fase di difficoltà particolarmente acuta, con un futuro incerto e un presente terribilmente precario, come lavoratori della fabbrica più grande d’Italia siamo chiamati al voto per il rinnovo della RSU.
La prima domanda che ti pongono i lavoratori è: perché dovremmo votare per voi? Perché dovremmo votare per la Fiom? Che cosa avete di diverso dagli altri?
È una domanda necessaria, alla quale non si può sfuggire. È una domanda che noi stessi, per primi, ci siamo posti: perché bisogna votare per la Fiom? Qual è il nostro valore aggiunto? Cosa ci rende diversi dagli altri sindacati?
Un sindacato pieno di storia, di competenza e di democrazia
Partiamo dalle origini, dalla storia. La Fiom è il più grande, antico e longevo, sindacato industriale d’Italia. Tutti gli altri sindacati metalmeccanici, senza la Fiom, semplicemente non avrebbero ragione d’esistere.
Nato nel 1901, la Fiom è il sindacato protagonista di ogni vertenza, di ogni lotta, l’unico sindacato in grado di mettere in campo, anche da solo, battaglie ideologiche complessive, in grado di caricarsi sulle spalle vertenze sempre più spesso complicatissime; quello che più e meglio di altri si è battuto per la conquista di quei diritti acquisiti negli anni dai lavoratori e per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita, perché, per la Fiom, i lavoratori sono prima di tutto uomini e donne.
La Fiom è il sindacato dei metalmeccanici della Cgil, che da sempre lavora per l’unità sindacale, ma non per questo rinuncia alla sua autonomia. Ma porta avanti battaglie solitarie che, come abbiamo già dimostrato, siamo in grado sostenere con forza.
La Fiom è un sindacato che crede nella democrazia dal basso, nel parere e nel voto dei lavoratori, che per noi sono gli unici soggetti legittimati a decidere i loro rappresentanti e a validare tutti gli accordi che li riguardano firmati a loro nome. Fa una selezione meticolosa della sua classe dirigente che si basa su valori morali quali l’onestà, la trasparenza, la competenza, la democrazia, l’attaccamento alla causa dei lavoratori. È un’organizzazione collettiva di lavoratori, è autonoma da tutti i partiti, e non dipende, e mai dipenderà, da un singolo leader: nella Fiom tutti sono utili alla causa ma nessuno è indispensabile; la Fiom, in ogni caso, ha al suo interno tutte le risorse e le qualità per fronteggiare qualsiasi situazione.
Basta questo per convincere i lavoratori di Acciaierie d’Italia a votare le nostre RSU/RLS? No, certo che non basta!
La Fiom è combattiva soprattutto nelle difficoltà
Qualche giorno fa un collega ci ha detto che la situazione in azienda è diventata troppo complicata, che certi ostacoli, piccoli o grandi, sembrano essere diventati insormontabili per tutti, che nessuno fa niente per cambiare le cose, che non s’intravede alcun futuro e che il presente è sempre più precario, che è inutile anche andare a votare per il rinnovo delle RSU, che i sindacati vivono un periodo di crisi profonda. In realtà, da un po’ di tempo a questa parte, sono in molti i colleghi che ci dicono queste cose sulle quali noi per primi ci siamo interrogati. A queste valutazioni noi rispondiamo sempre nella stessa maniera, dicendo che: quando le cose vanno male, l’unica cosa da non fare è fermarsi o arrendersi!
La nostra è la vertenza più complicata e inedita della storia del paese, una vertenza che tira in ballo alcuni tra temi fondamentali e di dibattito della nostra epoca: l’occupazione e la sopravvivenza di migliaia di lavoratori, il diritto alla salute e alla vita dentro e fuori la fabbrica, la sicurezza sul lavoro, la tenuta industriale del paese, la transizione ecologica delle produzioni. Temi complessi e globali che coinvolgono tutti i governi del mondo, temi che, se non risolti in tempo, potrebbero sconvolgere irrimediabilmente la condizione di vita di migliaia di persone, soprattutto quella dei lavoratori, di quelli che per vivere hanno bisogno di lavorare, che rischiano di pagare un conto salatissimo per le conseguenze di errori e colpe che non sono le loro.
Questa situazione non ce la siamo scelta noi, ci è piombata addosso come un fulmine, bisogna provare ad affrontarla così com’è, con tutte le difficoltà del caso, sapendo bene che non tutto è nelle nostre mani. Il percorso è difficile e assai accidentato ma nonostante tutto, in questi anni, abbiamo detto e fatto alcune cose.
Tenere insieme salute e lavoro, lavoratori e cittadini
Fin dall’inizio della vertenza, esplosa nel 2012 con il sequestro degli impianti da parte della magistratura, abbiamo mantenuto sempre una posizione coerente ed equilibrata, senza inseguire soluzioni miracolose e inattuabili che servono solo a ottenere un consenso momentaneo: ne abbiamo sentite a decine di soluzioni salvifiche che poi si sono rivelate fantasiose e irrealizzabili. Noi abbiamo sempre guardato in faccia la realtà: non siamo mai stati per la chiusura della fabbrica e non siamo mai stati a favore di una fabbrica che uccide.
Abbiamo sempre difeso l’autonomia dell’azione della magistratura, rivendicato la continuità produttiva, la salvaguardia e il risanamento della fabbrica. Pensiamo da sempre che la soluzione da perseguire, forse la più difficile, sia quella di tenere insieme i diritti riconosciuti dalla nostra carta costituzionale – la salute e il lavoro – e quella di tenere insieme la salvaguardia dell’ambiente, la sicurezza sul lavoro, l’occupazione stabile e dignitosa, la forza industriale del paese. Abbiamo sempre pensato che una vera e sana transizione ecologica non si possa attuare sulla pelle dei lavoratori, “che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare discussioni sull’ambiente per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri” – come detto da papa Francesco.
Abbiamo sempre creduto e lavorato per unire operai e cittadini, fabbrica e città. Su queste questioni siamo stati i primi a parlare di VIIAS (valutazione integrata d’impatto ambientale e sanitario) come strumento di controllo ambientale e sanitario delle produzioni. Siamo stati gli unici, nel 2017, a proporre delle corpose e precise osservazioni sul piano ambientale presentato da Am Investco, dichiarandolo irricevibile nei modi e sulle tempistiche e chiedendo di subordinare e vincolare il piano industriale alle risultanze della valutazione del danno sanitario effettuata in conformità alla legge regionale n.21 del 24 luglio 2012, al fine di analizzare nell’immediato eventuali criticità emerse ed effettuare tempestivamente le necessarie modifiche al piano industriale e ambientale. Abbiamo chiesto ai governi di discutere approfonditamente in una conferenza dei servizi, opportunità che ci è stata negata.
La sicurezza….in mani sicure!
Sulla sicurezza dei lavoratori in fabbrica non abbiamo mai voltato lo sguardo da un’altra parte! I nostri RSU e, soprattutto i nostri RLS, hanno sempre posto problematiche di merito confrontandosi con l’azienda e, quando necessario, non hanno esitato a coinvolgere gli enti esterni. Il nostro lavoro sulla sicurezza è testimoniato da decine di comunicati e denunce agli enti ispettivi esterni che, quasi sempre, hanno verificato positivamente le ragioni delle nostre denunce e ci hanno permesso, in molti casi, di migliorare le condizioni di sicurezza dei lavoratori.
I primi a denunciare l’amianto
Siamo stati i primi a denunciare pubblicamente il rischio derivante dalla quantità di amianto ancora presente in fabbrica, ne abbiamo sollecitato la bonifica e il controllo, e siamo stati i primi a rivendicare un’estensione dei benefici pensionistici.
Ai lavoratori viene riconosciuto il danno alla salute
Siamo gli unici che, nell’ambito del processo ambiente svenduto, oltre a costituirci parte civile come organizzazione, abbiamo promosso, in collaborazione con il nostro ufficio legale, la costituzione come parte civile di oltre 500 lavoratori, ai quali la sentenza di primo grado ha riconosciuto un danno alla salute derivante dal lavoro svolto in fabbrica da liquidarsi in sede civile, oltre ad una provvisionale immediatamente esecutiva di 5000 euro per ognuno dei soggetti costituitisi singolarmente come parte civile. Tale precedente, in attesa della sentenza definitiva, ci permette di poter dire che c’è stato un danno alla salute dei lavoratori derivante dall’attività svolta in fabbrica e ci permette di poter rivendicare in futuro eventuali risarcimenti e di poter rivendicare una legge ad hoc che riconosca condizioni di miglior favore ai fini pensionistici per tutti i lavoratori del siderurgico.
Siamo propositivi nelle trattative per migliorare le condizioni dei lavoratori
Nella contrattazione siamo stati sempre disponibili al confronto con la controparte, con un atteggiamento propositivo, responsabile, realistico e fortemente rivendicativo, cercando sempre di sottoscrivere accordi migliorativi per tutti i lavoratori, ricercando sempre l’unità con tutti gli altri sindacati. Il nostro contributo ha portato al miglioramento degli ultimi contratti nazionali.
Durante la pandemia ci siamo battuti per la protezione della salute dei lavoratori ottenendo, grazie a protocolli sottoscritti a livello nazionale e monitorati e rivendicati dai nostri RLS in ogni sito produttivo, alcune garanzie che hanno permesso di regolamentare la gestione della pandemia nei luoghi di lavoro. In questi anni, nella nostra azienda, ci siamo battuti per la difesa del salario: dal 2009 al 2018 abbiamo, con diverse modalità, sottoscritto accordi su rotazione del personale coinvolto dagli ammortizzatori sociali e d’integrazione salariale aggiuntiva. I nostri accordi gli abbiamo sempre difesi e monitorati.
Anche l’accordo del settembre 2018, che ci ha permesso di dare momentaneo sollievo ai lavoratori rimasti in Ilva in AS e il mantenimento dei diritti acquisiti per i lavoratori transitati nella nuova azienda, lo difendiamo e lo rivendichiamo. Anche per la prossima imminente procedura di Cigs cercheremo di arrivare ad un accordo che sia migliorativo delle condizioni dei lavoratori, ma sia chiaro: non firmiamo accordi a tutti i costi, e non firmeremo accordi che non portano un reale beneficio alla condizione dei lavoratori.
Licenziamenti: i reintegri ci danno ragione
In questi anni abbiamo difeso i lavoratori dalle decine di licenziamenti ingiusti che abbiamo dovuto affrontare con la nuova gestione aziendale. Grazie al lavoro dei nostri RSU e dei nostri RLS abbiamo ribaltato quasi sempre la versione aziendale e poi, grazie al nostro ufficio legale, nelle aule dei tribunali abbiamo avuto quasi sempre ragione ottenendo il reintegro dei lavoratori ingiustamente licenziati. Lo abbiamo fatto senza troppa propaganda, nell’interesse della vita e della serenità del singolo lavoratore.
Sui temi nazionali scendiamo in piazza
Negli anni abbiamo promosso e organizzato, anche con la nostra confederazione, decine di manifestazioni e di scioperi sui temi della fabbrica e anche su temi di respiro nazionale che inevitabilmente impattano sulla vita dei lavoratori. A questo proposito affermiamo la nostra posizione contro ogni guerra, così come previsto dall’articolo undici della costituzione, e contro il progetto di autonomia differenziata che rischia di danneggiare irrimediabilmente la vita delle persone che vivono al sud su temi fondamentali quali la sanità e la scuola pubblica rischiando di spaccare il paese a metà. Anche su questi temi continueremo a batterci. Quando ci dicono: dove siete stati fino a ora? Noi possiamo rispondere che eravamo in piazza a protestare e promettiamo che ci saremo ancora.
Sempre presenti col delegato sociale
Abbiamo una capillare e organizzata rete di patronati che, con la preziosa collaborazione della figura del delegato sociale, è in grado di seguire i lavoratori per ogni questione di carattere fiscale e previdenziale.
I nostri RSU e RLS sono sempre presenti in fabbrica, tra i lavoratori, parlano con loro, sono sempre reperibili, vigilano, si battono, sanno parlare, sanno leggere le carte e sanno scrivere denunce e comunicati, dicono le cose come stanno, sono autonomi da ogni condizionamento, hanno il senso di appartenenza, sono competenti, garantiscono impegno e abnegazione, sono onesti. Non abbiamo altro da offrire oltre a queste nostre qualità.
La rappresentanza: importante scegliere la competenza
Qualcosa l’abbiamo detta, qualcosa l’abbiamo fatta, molte altre proveremo a dirle e farle insieme. E se ci darete fiducia in tanti, continueremo a fare di più e meglio il nostro lavoro da RSU/RLS. Nonostante le difficoltà del nostro periodo, proveremo, così come ci hanno insegnato, a resistere un minuto in più di loro.
Per questi motivi un voto ai candidati della Fiom è l’unico voto utile e necessario. Perché, nonostante le difficoltà, nonostante anche gli errori, qualsiasi cosa succeda, quelle dei delegati della Fiom restano le mani più sicure alle quali affidare la rappresentanza dei lavoratori, nel presente e per il futuro.