Home Acciaierie d'Italia Lo Stato sia garante per Taranto, non si ripetano gli errori del passato

Lo Stato sia garante per Taranto, non si ripetano gli errori del passato

by Fiom Taranto

Si apre una nuova fase per l’ex Ilva e l’avvio di una nuova procedura di amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia lascia alla spalle tutti gli errori dei governi che si sono succediti in questi anni, incapaci di programmare un futuro ambientale, occupazionale ed industriale di un sito strategico per il nostro Paese.

In questi anni, a partire dal 2012, tutti i decreti d’urgenza intervenuti per salvaguardare la siderurgia italiana hanno evidenziato l’importanza del sito di Taranto, ritenuto un sito d’interesse strategico per il Paese, che avrebbe dovuto traguardare la sfida del risanamento ambientale e interrompere quella odiosa contrapposizione tra i due diritti costituzionale come il lavoro e la salute.

Credo che oggi si possa tranquillamente affermare che i tutti i Governi non hanno centrato nessuno degli obiettivi prefissati a partire dalla salvaguardia occupazionale, al risanamento ambientale e alla produzione di acciaio che con la gestione di Arcelor Mittal ha portato lo stabilimento di Taranto a raggiungere il minimo storico di 3 milioni di tonnellate di acciaio.

È del tutto evidente che il processo di privatizzazione avvenuto con il bando di vendita internazionale, dopo avere bocciato il piano Bondi nel 2014, ha procurato un arretramento sugli investimenti di innovazione tecnologica degli impianti e soprattutto ha mancato l’appuntamento della transizione ecologica attraverso quei fondi che erano previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Pertanto, l’attuale amministrazione straordinaria deve inevitabilmente servire a garantire non solo la continuità produttiva ma soprattutto il suo rilancio attraverso la ripartenza dei due altiforni attualmente fermi per determinare successivamente la ripartenza dell’area a freddo che in questi anni è stata fortemente penalizzata.

Inoltre, per il rilancio produttivo e per la salvaguardia ambientale è determinante investire sui lavoratori delle manutenzioni di Acciaierie d’Italia che in questi anni hanno avuto un ruolo marginale, facendo prevalere la programmazione della cassa integrazione piuttosto che quella delle attività necessarie a garantire la produzione e l’ambiente. Così come diventa prioritario il ruolo dei lavoratori dell’appalto, i primi ad aver pagato la crisi dell’ex Ilva in termini salariali e di prospettiva per il loro futuro ma senza i quali non sarebbe possibile il rilancio produttivo dello stabilimento di Taranto e il processo di risanamento ambientale.

Sia chiaro che per fare tutto ciò serve staccare la spina con il passato, soprattutto in quelle postazioni strategiche come l’ufficio vendite e con i tanti manager che hanno consentito questa condizione di precarietà degli impianti.

Siamo consapevoli che l’Amministrazione Straordinaria avrà un ruolo di traghettatrice ma allo stesso tempo sarà fondamentale costruire le basi per il futuro, a partire dall’attivazione del bando di vendita internazionale all’interno del quale bisogna dare priorità sia all’aspetto ambientale, occupazionale che industriale.

Arcelor Mittal ce lo ha insegnato: non bisogna lasciare nelle mani della multinazionale un sito d’interesse strategico per il Paese, motivo per cui diventa fondamentale il ruolo pubblico per avviare una seria transizione ecologica e garantire gli attuali livelli occupazionali, a partire dai lavoratori di Ilva in AS che devono necessariamente rientrare nella clausola di salvaguardia occupazionale.

È giunto il momento di dare risposte al territorio e ai lavoratori attraverso risorse certe per la transizione ecologica e per un piano ambientale ed industriale ambizioso che finalmente possa introdurre innovazioni tecnologiche utili a dare risposte alle problematiche che hanno portato al sequestro preventivo degli impianti dell’area a caldo.

Il governo Meloni non commetta lo stesso errore dei precedenti governi affidando alle multinazionali il futuro della siderurgia del nostro Paese senza che ci sia un controllo pubblico capace di indirizzare politiche industriali ed ambientali necessarie per garantire un futuro per Taranto e per il sistema Paese.

Taranto, 25/02/2024

Francesco Brigati
Segretario Generale FIOM CGIL Taranto

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