È stato definito l’accordo con Hiab Italia per fronteggiare la chiusura del sito di Statte. È quanto si è convenuto nel corso dell’incontro tenutosi nel pomeriggio del 5 marzo e che ha visto la partecipazione, in modalità telematica, dei funzionari del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, del ministero delle Imprese e del Made in Italy e di tutte le parti interessate. L’incontro del 5 marzo si è reso necessario al fine di valutare alcune richieste sindacali avanzate nella precedente riunione del 3 marzo e mirate alla modifica di altrettanti punti costituenti il piano.
«Come Fiom, al netto delle misure condivise per fronteggiare le ricadute sociali ed economiche e delle verifiche che periodicamente saranno messe in campo per esaminare lo stato di attuazione del piano – spiega Patrizio Di Pietro, segretario provinciale Fiom -, resta di prioritaria importanza la necessità della ricerca di nuovi soggetti interessati a dare un seguito all’attività produttiva del sito affinché non si disperda l’eccellenza altamente professionalizzata rappresentata dai lavoratori nel loro insieme».
I contenuti principali dell’accordo, evidenzia Di Pietro, riguardano il conferimento alla società Vertus dell’incarico di ricerca di possibili soggetti interessati a rilevare il ramo di azienda. «A tal proposito – fa presente il segretario provinciale Fiom – la stessa, per il tramite di una sua rappresentante, ha informato le parti della presenza sinora di due manifestazioni di interesse».
Sul versante dell’avvio della cassa integrazione, questa avrà la durata di 12 mesi a partire da martedì 11 marzo, data in cui «si terrà il relativo esame congiunto nella sede della Regione Puglia, con integrazione – specifica Di Pietro – del trattamento attraverso il pagamento dei ratei (tredicesima, ferie e permessi ) e di una ulteriore cifra in modo tale da garantire ai lavoratori un importo pari alla retribuzione fissa netta che avrebbero percepito in caso di svolgimento dell’attività lavorativa».
Altro punto dell’accordo riguarda la possibilità di trasferimento di 25 unità, su base volontaria, nel sito di Minerbio, in provincia di Bologna, «con la corresponsione di un incentivo pari a 10mila euro ed il pagamento di un alloggio per un periodo massimo di 90 giorni».
Infine l’esodo volontario incentivato: questo avverrà, conclude Patrizio Di Pietro, «attraverso il pagamento di una somma lorda pari all’equivalente di 10 mensilità e di ulteriori 800 euro a fronte della dovuta transazione sul rapporto di lavoro, con la integrazione della Cigs prevista per il personale non rientrante tra i pensionandi».