È arrivata puntuale la nota stampa di Arcelor Mittal in cui chiarisce, per chi avesse ancora qualche dubbio, le ragioni delle fermate di alcuni impianti e dei lavori AIA. Infatti, Arcelor Mittal fa riferimento all’Accordo di Investimento, firmato con Invitalia lo scorso 10 dicembre 2020, che prevedeva l’impegno da parte della stessa Invitalia a versare un aumento di capitale di euro 400 milioni entro il 5 febbraio 2021. Pertanto, non poteva mancare il solito ricatto della multinazionale che smette di produrre e di adempiere alle prescrizioni AIA, nonostante ci siano commesse ormai consolidate.
Sembra un paradosso: la multinazionale che invoca il rispetto degli accordi sottoscritti. Arcelor Mittal è la multinazionale che sin dall’inizio non ha rispettato gli accordi, ha creato una frattura insanabile con i lavoratori, le istituzioni locali per non parlare dei mancati pagamenti dei fornitori.
Dunque la multinazionale non sarebbe in grado di gestire la fabbrica per assenza di liquidità? Ma davvero pensano di intimorire i lavoratori e un’intera comunità? Siamo sempre più convinti che la transizione ecologica non potrà realizzarsi con Arcelor Mittal e il governo deve prenderne semplicemente atto accelerando il processo di intervento pubblico.
Francesco Brigati
coordinatore RSU AMI
Segreteria provinciale Fiom Cgil Taranto