Il primo licenziamento di acciaierie d’Italia
È appena arrivata la comunicazione del licenziamento per l’addetto pulpito principale della Colata Continua 2 presente nel primo turno di lavoro lo scorso 5 Aprile. Un altro licenziamento senza giusta causa della multinazionale che scarica sui lavoratori le proprie responsabilità, anche su altri due lavoratori momentaneamente sospesi in maniera cautelativa.
L’azienda non ha accolto, incomprensibilmente, le giustificazioni alla contestazione disciplinare secondo la quale lo stesso lavoratore non avrebbe attivato la procedura di emergenza a seguito di una fortissima reazione di tipo esplosivo con proiezione di acciaio in piattaforma in corrispondenza della linea 2 della Colata Continua 2. Il piano di emergenza di reparto vigente il 5 Aprile non richiedeva, infatti, come è stato accertato e come conferma la successiva modifica dello stesso, alcuna attivazione dell’emergenza al pulpitista principale, che ha effettuato invece tutte le altre attività che lo stesso piano di emergenza attribuiva in capo alla sua mansione.
L’evento incidentale è stato scaturito dal contatto tra acciaio e acqua a causa di una perdita al sistema di raffreddamento del sensore del livello acciaio in lingottiera. L’evento quindi non è da attribuire alla responsabilità del lavoratore quanto piuttosto ad un malfunzionamento di tipo tecnico. Infatti, le attività di ispezione e manutenzione della lingottiera non erano state riportate sul registro di controllo come previsto dal costruttore e gli scenari di emergenza previsti non prevedevano situazioni assimilabili a quanto avvenuto la mattina di Pasquetta, seppure tali eventi si erano verificati (fortunatamente senza nessun infortunio) negli anni passati in altri impianti di colata continua dello stabilimento. Inoltre, ricordiamo che l’ente ispettivo, in attesa di ricevere dall’azienda costruttrice la documentazione attestante il mantenimento delle caratteristiche di sicurezza in seguito alle modifiche apportate negli anni al sistema di controllo livello acciaio, aveva inibito l’utilizzo delle lingottiere.
Non è il primo caso in cui l’Azienda fa ricadere le responsabilità di incidenti sui lavoratori, responsabilità che, come spesso poi viene accertato anche attraverso il puntuale intervento degli enti ispettivi, sono da addebitare a problemi impiantistici e di manutenzione. Tale comportamento ingiustificato e ritorsivo è per noi incompatibile con una gestione in cui lo Stato italiano diventa parte integrante della gestione dello stabilimento.
Il 14 Maggio Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero con presidio presso il Mise a Roma e, così come previsto dalla piattaforma rivendicativa, durante l’incontro previsto nella sede del Ministero dello Sviluppo economico, il tema dei licenziamenti discriminatori è al primo punto. Pertanto, formuleremo relazioni rispetto al metodo repressivo e ingiustificato con cui Arcelor Mittal, adesso Acciaierie d’Italia, licenzia i lavoratori. Infine, auspichiamo che il presidente di Acciaierie d’Italia Bernabè segni un cambio di passo decisivo rispetto a temi importanti come i licenziamenti e la sicurezza nel lavoro.
Taranto, 8/5/2021
Coordinatori di Fabbrica RSU Fiom – Uilm
Francesco Brigati – Gennaro Oliva