Il governo corresponsabile. Vergogna!
La gestione della fabbrica da parte dell’AD di Arcelor Mittal, Lucia Morselli, rischia di compromettere il futuro dello stesso stabilimento e, soprattutto, la sicurezza dei lavoratori che lavorano in condizioni sempre più precarie. Condizioni talmente tanto precarie che inducono i nostri rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza a rivolgersi costantementeme agli enti ispettivi. Ma evidentemente non basta e per tali ragioni il consiglio di fabbrica dei RSU di Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto un intervento del Prefetto di Taranto per intensificare gli interventi ispettivi, attraverso una cabina di regia sulla sicurezza sul lavoro, necessari ad impedire alla multinazionale di mantenere uno stato precario degli impianti.Inoltre, venerdì 11 settembre, dopo un lungo confronto tra l’amministratore delegato, i dirigenti e alcuni capi del sito di Taranto, nonostante qualche resistenza da parte di quest’ultimi, si è proceduto ad un ulteriore taglio del personale secondo le indicazioni date dalla dott.ssa Morselli.
Una scelta unilaterale, che si inserisce dentro un quadro di assoluta incertezza sul futuro di migliaia di lavoratori per l’assenza, appunto, di una strategia da parte del governo che continua a tenere segretato l’accordo del 4 marzo e a non pronunciarsi su innovazioni tecnologiche, sul futuro dei lavoratori di Arcelor Mittal, ILVA in AS e appalto, sui futuri assetti societari e su un serio programma di riconversione della produzione. Un’attesa estenuante e senza precedenti che, insieme alla scellerata gestione della fabbrica da parte dell’amministratore delegato, ha generato un clima sempre più incandescente tra i lavoratori e cittadini stanchi di aspettare un serio piano di risanamento ambientale e una ripresa dell’occupazione. Il governo è al corrente di quanto sta accadendo all’interno della fabbrica e non può che essere corresponsabile, insieme alla multinazionale, delle scelte adottate sino ad oggi.
Sugli assetti societari, secondo alcune ricostruzioni riportate sui giornali, abbiamo appreso dell’ingresso di INVITALIA nel capitale sociale di Arcelor Mitall con una quota di minoranza. Siamo al paradosso: un’azienda che non paga il canone di fitto potrebbe ricevere una liquidità consistente dallo stato attraverso l’ingresso del pubblico. Un intervento pubblico che servirà esclusivamente alla multinazionale a privatizzare i profitti e a socializzare le perdite.
Una sola parola: vergogna!
È giunto il momento di cambiare! Spetta al sindacato e ai lavoratori invertire la rotta.
Francesco Brigati
Fiom Cgil Taranto