Home ArcelorMittal Transizione ecologica unica soluzione per salvare occupazione e ambiente

Transizione ecologica unica soluzione per salvare occupazione e ambiente

by Fiom Taranto

In data odierna si è riunita l’assemblea generale della Fiom Cgil di Taranto, con all’ordine del giorno la vertenza ex Ilva, alla quale hanno partecipato la segretaria nazionale della Fiom Cgil Francesca Re David, Gianni Venturi della segreteria nazionale Fiom e Paolo Peluso segretario generale della Cgil Taranto.

Dagli interventi dei Rsu e degli attivisti di Acciaierie d’Italia e dell’appalto è emersa una forte preoccupazione in merito ad una vertenza che racchiude criticità rilevanti in termini ambientali, occupazionali e di prospettiva industriale, che necessitano di risposte da parte del Governo, soprattutto in relazione alle risorse previste all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Infatti, il  PNRR è un’opportunità ed un’occasione storica per lo stabilimento siderurgico e la città di Taranto per la graduale riconversione della produzione di acciaio e per una transizione ecologica che garantisca l’occupazione e la salvaguardia ambientale.

L’incontro con il Ministero dello sviluppo economico, previsto per la data del 11 maggio, non può e non deve essere un incontro in cui si continua a rinviare una discussione aperta al confronto con le parti sociali su questioni che interessano migliaia di lavoratori e un’intera comunità, stanca di attendere un piano di risanamento ambientale che costantemente viene disatteso. Inoltre, il sito produttivo di Taranto ha bisogno di una seria programmazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e l’assenza del nuovo CDA di Acciaierie d’Italia, in occasione dell’incontro ministeriale, è un segnale negativo per il prosieguo della complessa vertenza ex Ilva.

La segretaria nazionale della Fiom Cgil, Francesca Re David, ha concluso i lavori dell’assemble generale precisando che non esiste nessun Piano di ripresa e resilienza (PNRR) che possa prescindere dalla qualità e quantità della produzione di acciaio vista la grande preoccupazione nella manifattura che non ha una visibilità di acciaio e non sa di quanto e in che modo potrà disporne per la ripartenza. Inoltre, ha dichiarato Francesca Re David, nonostante ci troviamo  con una richiesta  di acciaio enorme i lavoratori continuano a pagare un grande prezzo in termini di sacrifici. Infatti, nonostante abbiamo grandi utili, grande mercato prosegue la cassa integrazione, non solo per Covid, per numeri elevati di lavoratori. È del tutto evidente che è una bella contraddizione  e il giro di vite sugli appalti e sull’indotto ha fatto schizzare gli utili dell’azienda.

Ad oggi non si conosce nulla del piano per la siderurgia e, nonostante, da mesi come Fiom chiediamo di conoscere la connessione che ci sarà tra la questione Taranto e il resto del Paese, con gli altri impianti siderurgici, ancora non vediamo una disponibilità a discutere sul serio e ad entrare nel merito delle questioni.

Infine,  ha aggiunto Re David,   se si pensa che i sindacati discutano solo di esuberi e di cassa integrazione non ci siamo. È chiaro che alla convocazione dell’11 maggio, da parte del Mise, ha contribuito il pressing che i lavoratori e i sindacati hanno fatto. Ma se quel giorno ci sarà solo il Ministro Giorgetti senza Invitalia, che è il nuovo partner pubblico dell’ex Ilva, e senza l’azienda,  gli diremo che la condizione dell’attesa ormai non è più accettabile e bisogna intervenire concretamente per affrontare temi che non possono più attendere.

Taranto 06.05.2021

Segreteria provinciale Fiom Cgil Taranto

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